Castello di Monte Delmo

Camerota, Salerno

Descrizione

Cronologia:

  • Dal 1079 è nell’elenco delle parrocchie della Diocesi di Policastro Bussentino;
  • 587 - Dichiarato demanio feudale;
  • 1647 -  Dichiarato demanio comunale;
  • Negli anni 1757 – 1761 è demanio feudale;
  • 1810 - Aperto ad usi civici;
  • 1811 - E’ Reale Dominio;
  • 1817 - E’ demanio comunale;
  • 1849 - E’ adibito a locale dove vi si taglia la legna per la Real Marina;

Descrizione sintetica:

A strapiombo sulla roccia, nella località della Valle dell’Inferno. Del castello sono rimasti i ruderi della chiesa di Santa Lucia e di San Costantino e i segni di un ponte levatoio.

All’interno delle mura del castello, versante sud, è attestato un ossario umano, forse cimitero di una comunità religiosa e nobiliare

 

Notizie storiche:

Nel libro di Angelo Di Mauro si leggono le seguenti varianti per i nomi del castello: Castellum de Madelmo (1079), Monte Delmo (1529), Castello di Costantino o Costelluccio (1754), difesa Castelluccia (1838). L’autore scrive che: Il maniero è citato nel 1079 nell’elenco delle parrocchie della Diocesi di Policastro Bussentino;

E’ ancora demanio feudale nel 1587 ed è dichiarato comunale nel 1647;

Risulta ancora demanio feudale negli anni 1757-1761.

Nel 1810 è aperto ad usi civici.

Nel 1811 il Marchese è emigrato ed il feudo è diventato Reale Demanio.

Nel 1817 ritorna demanio comunale.

Denominato anche Castello di Costantino per la presenza di una chiesetta sita nei pressi, oggi diruta, dove si officiava il culto orientale per l’imperatore Costantino oppure quello al martire, uno dei sette dormienti di Efeso, risorto dopo due secoli. Il contadini raccontano che gli abitanti usavano tavoloni per uscire al mattino dal castello ed altrettanto facevano per rientrare la sera. Dopo una certa ora la porta veniva chiusa, come in caso di pericolo. Infatti i Turchi un giorno cannoneggiariono il castello dal mare. I proiettili non erano di ferro ma di legno. Le mura e le case del castello furono abbattute e la popolazione si trasferì in paese. La circostanza che fosse preso di mira dal mare può rivelare che il mare giungeva fin sotto la Tragara (come narra una leggenda), perché il Castelluccio dal mare non si può vedere. Tra i ruderi è stata trovata una punta di lancia.

Nel 1849 vi si taglia la legna per la Real Marina.

I contadini si approvvigionavano dell’acqua della non lontana sorgente di Acquafredda.

 

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